Il caldo era scemato e finalmente si respirava. Forse era anche l’effetto della zona dove abitava il padre, piena di alberi e giardini. Il quartiere, vicino ai Colli, era molto elegante, con abitazioni non troppo grandi, qualche villetta bifamiliare, e piccole palazzine a tre piani con bei giardini. Si sentiva a casa; ora Chicca riconosceva la sua città e le sembrava di essere di nuovo ‘padrona’ dell’ambiente che la circondava. Non era più un’estranea in visita; era come se si fosse riappropriata della sua vita, insieme ai luoghi e alle persone che stava ritrovando. La strada era in salita e Chicca camminava piano, fermandosi davanti a ogni fiore e cespuglio che incontrava. Si chinò per annusare un fiore blu dalla corolla doppia e dai petali che parevano dipinti ad acquerello: aveva un profumo che sembrava un misto di lillà e di fresie. I colori dei fiori erano magnifici, così vivaci da ferire gli occhi, e le ombre stavano allungandosi lanciando spiragli di scuro in mezzo alla troppa luce del pomeriggio. La sera sarebbe stata fresca: si capiva dal vento leggero che si stava alzando. Chicca si rimproverò di non avere preso un golfino alla mattina. Non aveva neppure lo zaino; aveva preso solo una borsa piccola, una tracolla piatta dove non c’era posto per nulla. Mi farò prestare una maglia da Renata. La compagna del padre aveva un guardaroba molto fornito e non avrebbe avuto problemi a prestarle degli abiti.
Un ragazzo con un cane stava arrivando dall’altra parte della strada. Il cane, un golden retriever dallo sguardo dolce, camminava piano, fermandosi ad annusare ogni angolo e lei si fermò per lasciarli passare. Quando le furono accanto il cane si fermò davanti ai suoi piedi e la guardò. Lei era tentata di accarezzarlo, rimase un momento indecisa – certi ‘padroni’ non amano che si tocchi il loro cane – poi non seppe resistere e allungò la mano. Era morbido proprio come si aspettava e il ragazzo le sorrise mentre parlava al cane, poi aprì il cancellino e la fece passare. Quando il portone si chiuse alle loro spalle, l’uomo in maglia blu accese la decima sigaretta della giornata. Guardò dentro il pacchetto, già molto stropicciato, verificò il numero delle sigarette rimaste e lo rimise in tasca. La giornata era ancora lunga.
Marmellata d’arance – 15
21 giugno 2010 di morena fanti
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